Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Lo spettacolo del gioco

La scommessa della Lega Pallacanestro regionale dell'Uisp Emilia Romagna per rivoluzionare l'approccio allo sport.

Una partita di basket Uispdi Giorgio Gollini


Il Coordinamento pallacanestro dell'Uisp Emilia Romagna prova da qualche anno a fornire forme innovative di interpretazione di questo sport, non tanto stravolgendo tecniche o regolamenti (in verità, in parte, anche così...) quanto piuttosto nell'approccio che le società devono avere al GIOCO. Scrivo gioco in maiuscolo per sottolineare che questo è per noi l'aspetto preponderante. Il divertimento, la socializzazione, l'utilizzo delle potenzialità inclusive dello sport, la condivisione di momenti ludici aggreganti sono il fine che cerchiamo di perseguire. Non è una scommessa semplice: ci sono diverse resistenze e infatti le novità che proponiamo e che cercherò di illustrare sono affiancate, non poste in sostituzione, al tradizionale strumento dei campionati. Al riguardo, questo è il quarto anno in cui proponiamo un "campionato regionale" femminile, concepito con concentramenti da quattro squadre in cui, nell'arco di una singola giornata, vengono disputate tutte le partite (ridotte per ovvi motivi a 2 tempi da 10 minuti ciascuno). Questa soluzione è stata pensata per favorire la possibilità di aggregazione e di scambio: essere "costrette" all'interno della palestra in attesa del proprio turno, condividendo anche la pausa per il pranzo, è un'agevolazione alla conoscenza reciproca che riporta il senso dell'evento a quanto descritto all'inizio di questo contributo.

In questa stagione stiamo provando a proporre il primo campionato misto, denominato "Lei Lui", che prevede la presenza in campo sempre di minimo 3 donne in squadra. Ulteriore novità in Emilia Romagna, anche se già attiva in altre regioni, è la pratica del 3vs3 FC, ideato dal nostro collega abruzzese Gianni Boccabella, che si differenzia dal classico 3vs3 disputato a un solo canestro proprio per il fatto di giocarsi a due canestri ma su un campo di misure ridotte: una soluzione che esalta la spettacolarità intrinseca di questo sport. Estremamente innovativo è anche il torneo "6feet" ideato a Pesaro da Fabio Baldelli e che stiamo proponendo in via sperimentale in terra romagnola: un'idea che prevede la partecipazione di atleti non più alti di un metro e 85 (da cui appunto 6 feet) e il canestro abbassato ad un'altezza di 2 metri e 80 contro i normali 3,05 per facilitare le sempre spettacolari schiacciate.

Ma il nostro fiore all'occhiello è rappresentato dal torneo "Basket d'a...mare", organizzato dal Comitato di Forlì-Cesena con il fondamentale impegno dell'infaticabile Maurizio Prati. Il torneo è quanto di più vicino ci possa essere a quanto teorizzato dall'Uisp: puro divertimento, pura voglia di condividere momenti di gioco senza fanatismi o eccesso di agonismo, regole e regolamenti che ogni anno sono adattati al numero delle squadre iscritte e alle condizioni meteorologiche e sempre unanimemente condivise, nel vero spirito uispino.

La parte che più ci sta a cuore è però quella che riguarda il minibasket. In questo settore stiamo cercando di divulgare la pratica del nostro progetto "Un cesto di giochi", partorito dalla vulcanica mente del modenese Paolo Belluzzi, che ha come peculiarità che le squadre non si sfidino con la classica partita (in cui peraltro, specie tra i più piccoli ed anche per colpa degli istruttori, in campo sono in tanti ma a toccar la palla sono sempre gli stessi). Le gare vengono quindi svolte con la disputa di giochi a punteggio a cui tutti i bambini devono partecipare, sentendosi così tutti parte attiva e importante nel determinare il risultato. Solo alla fine si passerà all'immancabile, ma ridotta, partita.

Ho lasciato volutamente per ultimo l'argomento bambini per poter concludere con uno stralcio di una proposta di formazione, elaborata da Vito Iacovelli, che è al vaglio del Consiglio nazionale della Lega Pallacanestro e che spiega in modo esaustivo il nostro modo di intendere non solo il basket ma, più in generale, tutto lo sport targato Uisp.

"[...] sebbene la missione della Lega Pallacanestro Uisp sia quella di promuovere la pratica della pallacanestro, anche mediante la conoscenza del gioco e l'insegnamento dei fondamentali dello stesso, tuttavia tale fine deve essere perseguito nella cornice dello sportpertutti. La cornice differenzia la missione dell'Uisp da quella della Federazione Italiana Pallacanestro e richiede un approccio metodologico diverso con riferimento ai destinatari della proposta, al contesto nel quale si propone, alle figure alle quali è affidato il compito di insegnare i fondamenti del gioco e regolare la sua pratica. L'approccio metodologico differente comporta un profilo diverso delle competenze richieste a chi è preposto all'insegnamento del gioco, più riferite agli aspetti psicopedagogici che solamente a quelli tecnicotattici, più ad una formazione per aree [sport con la palla di situazione] che ad una specifica. Se la federazione fa riferimento alle figure di "istruttore", di "tecnico", di "allenatore", la Lega Pallacanestro Uisp non può che riferirsi a quella di educatore, pur nel rispetto degli aspetti tecnico-tattici e condizionali, privilegiando quelli cognitivi, psicologici e relazionali. Il riferimento al target della nostra proposta non può che richiedere attenzione alle fasce di età dei praticanti, dai bambini agli adulti, e alle condizioni sociali nelle quali le proposte devono essere realizzate. La considerazione dello sport quale strumento di inclusione sociale richiede figure formate in grado di utilizzare lo strumento della pallacanestro così inteso.

[...] Nella federazione la distinzione tra le due figure nasce dall'esigenza di differenziare le proposte tecnico-didattiche del minibasket e della pallacanestro. La prima più attenta al gioco, la seconda al risultato. Questa distinzione nelle proposte della federazione non può essere accolta dalla Lega Pallacanestro. La figura preposta all'insegnamento non può che essere un educatore, a prescindere dalla fascia di età alla quale si riferisce, che possieda le competenze per passare dai "primi passi nel gioco" ai "primi passi nel gioco/sport" e quindi nello sport. Questa è la figura che occorre formare. Tale figura deve essere in grado di interagire con il mondo della scuola, deve conoscere i programmi scolastici ministeriali, essere in grado di definire obiettivi e programmare insieme con gli insegnanti, considerandone le esigenze didattiche. La formazione di tale figura ci permetterebbe di collaborare efficacemente per progetti con il mondo della scuola. Tale figura richiede che non vi sia il passaggio automatico dalle figure di tecnico Fip a quella di educatore sportivo Uisp. Il riconoscimento della qualifica deve prevedere la partecipazione ad un modulo formativo per educatori sportivi Uisp. La figura di formatore può avvalersi di allenatori/istruttori provenienti dalla federazione, che abbiano però svolto tale formazione strutturata secondo quanto previsto dal regolamento nazionale Uisp.

[...] È dunque da escludere l'affidamento della formazione ad agenzie esterne all'Uisp, semplicemente per la ragione che occorre fare riferimento ai valori ed alla cultura del fare scelte di sportpertutti dell'Uisp".

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